Sacha
Rosel ha una laurea summa cum laude in Lingue e Letterature Straniere e
una laurea magistrale in Lingue e Civiltà dell’Asia Orientale,
specializzandosi rispettivamente in lingua inglese e in lingua cinese
cone due tesi a tematica letteraria di ispirazione femminista. Scrive
da più di vent’anni utilizzando la lingua italiana: oltre ad aver
partecipato a numerose antologie collettive di stampo horror,
fantastico e/o noir, ha pubblicato una raccolta di poesie, Carne e
Colore (Noubs, 2008), un romanzo horror di ispirazione cinese, Fiori
nell’ombra (Demian, 2012) e un romanzo fantascientifico distopico che
unisce elementi di mistica taoista a teorie femministe
post-strutturaliste, La foresta delle idee (Demian, 2016, di prossima
traduzione in inglese). Ha inoltre tradotto diversi romanzi
dall’inglese all’italiano, fra I quali si segnala la trilogia Warcraft
- la guerra degli antichi di Richard Knaak. Collabora inoltre con
recensioni di libri, film e mostre d’arte al sito Thriller Magazine.it
(www.thrillermagazine.it) e al blog Libro Guerriero
(https://libroguerriero.wordpress.com/). Da alcuni anni scrive anche in
inglese; il suo romanzo d’esordio, My heart is The Tempest (Vraeyda,
2021) è il primo di una trilogia dark fantasy ispirata a La Tempesta di
Shakespeare, partendo da una rilettura della figura della strega
Sycorax. Ulteriori tracce in inglese del suo rapporto con la scrittura,
la lettura e l’arte in generale si possono trovare sul suo blog
(https://sacharosel.wordpress.com/) e sito personale
(www.lunadonna.net), comprendente anche una parte italiana che ospita
contributi di artiste donne.
La scrittura per me è poesia, perchè è la
formula dalla quale sono partita, nel 1993.
Ponendosi come contatto diretto con i limiti
della pagina, la poesia si realizza per me
in primo luogo come corpo a corpo con il
bianco-barriera del foglio - che si frappone
tra il sé e il nulla - e insieme come tentativo
di raggiungere il vuoto, l'essenza mistica
del cosmo. La poesia è tirannia azzurra che
sfiora continuamente l'assoluto, senza riuscire
a toccarlo; ma finché le parole sapranno
aprirsi un varco, o essere esse stesse varco
verso l'ignoto, allora varrà la pena tentare,
e continuare a lanciare i propri dadi, come
suggerì Mallarmé nella sua poesia più disperata
e pura, Un coup de dés jamais n'abolira le hasard.
VENICE
In preda a quest'universo oscuro
che è la terra,
le nostre carni s'intersecano
a mosaico,
carne dell'acqua,
tulipano di cancro
d'inconcretezze demolitorie.
Non ho mai lasciato
che tu, artefice della mia consunzione,
scivolassi da sola,
senza di me,
lungo la corrente,
uscendo dalla mia pelle.
Il melograno delle nostre ossa,
ammassate l'una sull'altra,
s'infrange allora,
con lacrime di candela,
sulla fine del mondo.
HAIKU 3
Ho un volo dentro il cuore,
magma di sguardi
è la notte. Verrai?
LA RISPOSTA DI VETRO
sento
pupille dilatate
contorcersi sotto di noi ribellarsi
è carnevale
davanti a un muro di biglie nere fantasma
(cosa c'è oltre l'obiettivo?)
corre la testa oltre l'immobile
ma sussulta il niente
nel problema algebrico del sangue frangia
reciproca
il mio regalo resta nella fodera,
mai aperto,
necessario si dirige
verso la continuazione
sovrappongo la cultura della
(nella)
conservazione
sembra lo spazio tremare
l'aria urla
affiorando dalla galera
non ricordo
la normalità
la diversità
e soprattutto l'umano
della scrittura
contro la falsificazione nemica-
uno strappo ai polsi sale stringendosi ad
imbuto-
l'infermeria- no - è la comunicazione,
ne sono sicuro,
ma non ho visto più nulla
nel crescendo di tasti bianchi e neri
sui monumenti pianoforti
struttura fisica
impastata di cadute occhiaie microfoni ottoni
hanno trasmesso la tua voce ricongiunzione,
si,
gesto impazzito di possibilità
banconote che respirano impiccando,
spaccando il livello della gratta superiore
un rumore illumina pure il mio cervello,
benché io non senta il mio respiro,
spettacolo tremolante sul confine del nero.
LUNA DONNA |